22 Ago Il costo della lavanderia: intervista con Simone e Paola

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Ascolta l’intervista con Simone e Paola
Ciao a tutti oggi per parlare di questi temi tanto cari a noi albergatori. Siamo ad Assisi. Siamo venuti a trovare la lavanderia Petrini. Qui con noi oggi abbiamo i due titolari, Simone. e Paola. Questi ragazzi rappresentano una struttura che ha oltre cento anni di vita. Infatti, nella visita che mi hanno fatto fare ho visto con estrema attenzione nella catena produttiva il loro papà, e l’ho visto molto attivo; una persona che ha più di novant’ anni, e mi ha fatto piacere vedere leggere proprio l’entusiasmo di questa persona. Oltre a questo la struttura si presenta con un processo lavorativo che mi ha molto colpito perché, come mi ha detto Paola, qui gli oltre 100 ragazzi che ci lavorano non toccano mai la biancheria. Quindi è tutto automatizzato e digitalizzato. Questo mi ha mi ha fatto percepire una strutturazione davvero efficiente.
Ecco, oggi siamo qui per toccare dei temi molto caldi, dei nervi scoperti per noi albergatori. Quindi andiamo a toccare subito il tema dei costi. Le due principali fatture che ci fanno paura mensilmente sono infatti la fattura della lavanderia, e quella di una OTA che io chiamo affettuosamente in “Big Blue” (penso che ci siamo capiti…). Simone raccontaci qualcosa sul tema dei costi.
Diciamo che a seguito di questi eventi tristemente ormai famosi, ci sono state una serie di variazioni sulle materie prime, energia e servizi, come mai prima d’ora si era verificato. Basti pensare che i prodotti utilizzati nelle nostre attività, come ad esempio detersivi, gli additivi come acido acetico, cloro, ma anche il gasolio, il ferro, la plastica utilizzata dagli imballaggi, hanno subito degli incrementi che in tutti i casi superano il settanta per cento del prezzo per arrivare a delle punte anche di dieci volte, quindi il millepercento, come nel caso specifico del gas metano.
Questa situazione ci ha imposto una maggiore attenzione all’efficientamento energetico e la verifica di tutti i processi aziendali che ultimamente sono stati ri-verificati per singola voce proprio nell’intento di razionalizzare. È chiaro che è sempre più difficile oggi fare delle previsioni se consideriamo che l’altro ieri, il sedici agosto, del gas metano ha raggiunto i massimi storici a due euro e cinquanta al metro cubo, quando nel 2019 si attestava sotto i venti centesimi. Una voce di costo che per un’azienda come la nostra, ha un’incidenza notevole. Questo secondo me comporterà degli assestamenti per forza di cose, perché chi non aveva investito in razionalizzazioni di ogni tipo, quindi energetiche, di processo di produttività, sicuramente verrà tagliato fuori.
Dico infatti che il gas per me è molto democratico come costo, perché a differenza di altri costi che volendo alcune aziende modulavano qui il problema è un pochino più pressante e quindi bisognerà vedere anche nei prossimi mesi come si muoveranno queste voci. Diciamo che da parte nostra c’è la massima attenzione al cliente, e stiamo operando quotidianamente, come dicevo prima, per razionalizzare ogni singola voce, fermo restando che l’obiettivo è quello di fornire un servizio all’altezza e puntuale, perché la competizione si svolgerà sicuramente sotto il punto di vista economico, ma ancor di più, a mio avviso, in futuro soprattutto sotto il punto di vista qualitativo. Tutte le aziende infatti dovranno prestare molta attenzione a tutti quei temi che socialmente sono ormai sulla bocca di tutti, come il welfare, risparmio energetico e quindi attenzione all’ambiente e non ultimo quello relativo alla qualità dei servizi.
Una cosa che mi ha molto colpito prima quando eravamo in visita, è quel discorso che mi hai fatto su quanto è rincarato anche il trasporto del tuo prodotto, dove tu acquisti la biancheria.
Lì arriviamo alla follia per motivi diciamo legati anche a un oligopolio, perché la biancheria, essendo un prodotto a basso valore aggiunto, generalmente viene da paesi come il Pakistan, l’India, in alcuni casi dalla Turchia. Se si pensa che un container da venti piedi prima di spedirlo la Islamabad a Genova costava mille dollari siamo arrivati a pagarlo anche dodicimila dollari. Poi, considerando che ad esempio la spugna è un articolo che fa molto volume, praticamente i container a venti piedi non si possono più fare. Si fanno container da quaranta piedi e il solo costo del trasporto impatta sul prodotto finito per il trenta percento. Se a questo andiamo ad aggiungere i rincari di gas comunque, sono avvenuti a livello planetario, e tutti gli altri fattori come il rallentamento della produzione dovuta al covid, arriviamo ad avere dei rincari sul prodotto tessile che arriva in Italia anche del cento per cento.
Beh in effetti quando mi arriva la fattura della lavanderia adesso inizio a darmi delle spiegazioni. Devo dire che fino a quando non sono arrivato qua e non li ho visti con i miei occhi avevo una percezione leggermente diversa. Adesso affrontiamo proprio questo tema: io come albergatore, quando mi arriva la mail del rincaro della biancheria, del lavaggio del noleggio, come posso reagire? Qualche spiegazione l'hai già introdotta, però ti devo chiedere, visto che rifornisci oltre 600 alberghi com'è cambiato il tuo modo di approcciarsi con il nostro mondo, con l'albergatore?
Io credo che sia cambiato il mondo e di conseguenza anche il rapporto tra le persone e tra cliente e fornitore. Devo dire comunque. che con una dovuta comunicazione precisa abbiamo riscontrato in generale una grossa comprensione da parte di tutti i clienti, perché vivono questi temi anche dentro le loro aziende, dentro le loro case e da parte nostra abbiamo cercato di produrre documentazione ufficiale che attestasse questo.
Sicuramente i rincari hanno obbligato le nostre aziende a dover intervenire, ma ovviamente i rincari sono progressivi e quindi non è per terrorizzare nessuno, anzi, tutti speriamo che si risolva la questione della guerra tra Ucraina e Russia, che sicuramente cha ha una valenza importante in tutto ciò, però dobbiamo andare a verificare puntualmente il muoversi di questi indicatori, perché per decenni diciamo che tutte le aziende energivore, tra le quali possiamo annoverare, produce vetro, carta e lavanderia stesse hanno mantenuto più o meno costanti i prezzi nei decenni precedenti.
Lo dico alla luce dell’esperienza personale, perché dal 1990 che sono in azienda devo dire che non ci erano mai stati andamenti così variabili. Se pensiamo che l’istat la svalutazione era al di sotto dell’1% per molti anni, ma comunque mai sopra 2/3%, oggi ci ritroviamo con un indice Istat, poi che probabilmente supera l’8% alla fine dell’anno.
Beh, indubbiamente, diciamo se non altro non è che abbiamo meno paura però adesso iniziamo a spiegarci il perché di tante cose che vediamo nelle nostre fatture. Quindi sì, le spiegazioni sono belle e plausibili, però, che cosa avete fatto in questi due anni in cui siamo stati in larga parte fermi sia perché i turisti, ahimè non c' erano sia perché comunque quando sono venuti e si sono concentrati in un periodo talmente breve che hanno creato un caos organizzativo per tutti noi. Voi da quel che ho percepito invece state facendo qualcosa di nuovo, non siete stati fermi questi due anni.
Diciamo che intanto avevamo anche previsto tutte le difficoltà che ci sarebbero state in ordine all’approvvigionamento. Quindi abbiamo anticipato per rispondere nel breve periodo a tutte le esigenze dei nostri clienti con degli approvvigionamenti fatti per tempo, cosa che non tutte le aziende sono riuscite a fare con conseguenti problematiche dovute ad esempio, alla mancanza di biancheria piuttosto che investimenti che necessariamente tutti gli anni devono essere fatti per poter andare avanti con le attività, come ad esempio il rinnovo del parco macchinari piuttosto che il rinnovo dei mezzi per i trasporti e, non ultimo, un problema legato al reperimento della delle risorse umane che risultano irreperibili che un pochino in tutti i settori. Siamo riusciti, lavorando appunto in periodi di bassa stagione e comunque negli anni precedenti, anche facendo qualche sforzo a ricreare dei gruppi di persone che potessero aiutarci a soddisfare tutte le esigenze che poi si sarebbero presentate.
Durante la visita ho constatato un livello di strutturazione che ad essere sincero non avevo mai visto. E siete riusciti a darmi delle informazioni anche pratiche che non conoscevo. Ad esempio mi sono sempre domandato, ma il mio lenzuolo che arriva a un certo livello di usura tale come viene smaltito? Ecco Paola, che succede?
Innanzitutto noi abbiamo sempre lavorato molto, come dicevamo prima, sull’ automazione e quindi sul fatto che la biancheria fosse manipolata il meno possibile dagli operatori e nell’ambito sempre di questa sicurezza igienica del prodotto, sempre durante il periodo del covid non ci siamo mai fermati, abbiamo continuato a lavorare ottenendo la certificazione sulla biocontaminazione quindi andiamo sempre a misurare la carica batterica per poter verificare che il nostro prodotto sia un prodotto igienicamente sicuro.
Questo è punto a cui teniamo particolarmente, e durante la pandemia è risultato poi essere anche una carta vincente, perché chi lavora in questo modo ha possibilità di dare un prodotto che si differenzia da quelli di altre aziende che non che non operano questo tipo di attenzione sull’igiene.
Inoltre abbiamo sempre lavorato anche per quanto riguarda il coinvolgimento dei dipendenti sul miglioramento della qualità della loro vita lavorativa, andando a eliminare il più possibile gli sforzi maggiori che il nostro operatore faceva nella manipolazione della biancheria, che causavano poi delle patologie anche nel settore, come il tunnel carpale. Abbiamo creduto in questo miglioramento delle condizioni del lavoro andando ad investire in dei sistemi che garantiscono una migliore ergonomia e quindi un migliore movimento da parte dell’operatore, eliminando tutte quelle patologie che comportavano i vecchi sistemi.
Con molta soddisfazione posso dire che a ottobre dello scorso anno abbiamo avuto il piacere di ospitare presso di noi un convegno organizzato da un’azienda, leader nel settore in costruzione di macchinari che si era pochi mesi prima certificata presso di noi.
Un ente certificatore che si chiama Ergocert, il primo ente a livello nazionale di certificazione ergonomica, aveva installato proprio sugli operatori del nostro stabilimento dei sensori per misurare il livello di sforzo nella movimentazione del macchinario per l’introduzione delle lenzuola.
Facendo degli studi hanno potuto appunto appurare che questo livello di movimentazione era migliore rispetto ai vecchi macchinari. quindi poi è stato fatto un convegno, dove abbiamo potuto ospitare oltre cinquanta colleghi da tutta Italia e con molta soddisfazione abbiamo ottenuto anche i complimenti dei nostri colleghi rispetto al livello di automazione e digitalizzazione della nostra azienda.
Per quanto riguarda invece l’aspetto qualitativo sempre nell’ottica di investimenti finalizzati a dare un miglior prodotto albergatore, abbiamo anche installato degli scanner, cioè dei macchinari che, posti sopra mangani, vanno a scattare delle immagini della biancheria che passa attraverso il nastro trasportatore e riescono ad effettuare uno scarto preciso e puntuale. attraverso l’identificazione, tramite appunto il sistema di scannerizzazione, delle macchie o delle eventuali imperfezioni o conformità. Quindi a quel punto, non abbiamo più manipolazione della persona che lo faceva manualmente e riusciamo a garantire anche una maggiore qualità.
E una volta che un lenzuolo strappato viene rilevato dove va a finire?
Abbiamo un progetto, che Simone magari ti può illustrare più in maniera più dettagliata, di recupero di tutta questa biancheria per poter formare un altro prodotto.
Simone dicci un pò, che succede con quel lenzuolo strappato? Toglici questa curiosità.
Ma diciamo che nel nostro nei nostri sogni ci è sempre stata l’idea di poter aggiustare e riutilizzare andando un po’ controtendenza, anche se si sta riscoprendo un pochino. Già la nostra attività prevede il riutilizzo concettualmente, che è una cosa diversa dal riciclo. Se poi al riutilizzo uno riuscisse ad abbinare il riciclo, probabilmente si chiuderebbe il cerchio.
Una cosa che ha spinto molto nella ricerca è stata anche una normativa europea che abbiamo dovuto recepire e cioè che lo scarto tessile proveniente da lavanderia è stato equiparato al rifiuto solido speciale e questo significa che le aziende di lavanderia che prima vendevano gli scarti tessili ai pezzamifici, alle vetrerie e aziende meccaniche oggi si trovano a dover gestire il rifiuto tessile come tale, e quindi dovrà dovranno necessariamente avere un codice CER, avere un’azienda certificata che passerà a ritirare questi prodotti e come tali diventerà un costo più che un centro di ricavi come era prima.
Alla luce di tutte queste considerazioni, abbiamo iniziato un percorso che prevede il trattamento di questi capi con una serie di processi industriali come la sminuzzatura, la filatura. Quindi i rifiuti tessili vengono presi, vengono sminuzzati per poi dare vita di nuovo a un filo, con questo filo adesso vedremo quello che riusciremo a fare. Logicamente tutto passa per dei test, delle certificazioni, delle logiche abbastanza evolute, perché sicuramente questo non so se darà origine a dei risparmi, per lo meno in senso diretto, ma sicuramente avrà una maggiore sostenibilità e sicuramente a livello globale dei risparmi ci saranno.
Indubbiamente è un progetto bellissimo, frutto di un'interessante intuizione. Adesso arriviamo un po' a quella è la domanda che ci facciamo sempre. Perché noi tutti siamo curiosi o pensiamo continuamente a quello che sarà il domani e anche dopodomani Io l'ho sempre chiamata e l'ho sempre definita la mission di breve periodo. Voi nel breve periodo e nel lungo periodo cosa pensate di fare?
Nel breve periodo, e comunque dovrà protrarsi anche nel lungo periodo perché alcune attività sono oggetto di ricerca, il nostro obiettivo è sicuramente molto canalizzato su tutto ciò che consenta dei risparmi energetici, quindi dal tradizionale fotovoltaico a scambiatori di calore. Un processo che abbiamo iniziato e gia’ ci vede aver raggiunto dei risultati parziali è quello di riuscire ad arrivare a poter fare la nostra attività senza scaricare più acqua in fogna, cercare di arrivare a lavare a circuito chiuso.
Attualmente ci siamo dotati di un impianto di ultima generazione che prevede appunto un tradizionale impianto di trattamento acque abbinato con delle membrane ad ultra filtrazione di ultima generazione, e poi di un impianto di osmosi che ci consente ad oggi di recuperare il 70% percento dell’acqua l’obiettivo sarebbe quello di arrivare a zero.
Chiaramente l’ultimo miglio è sempre quello più complicato, però ci stiamo puntando. Per questo dicevo che sia nel breve che nel medio periodo, sicuramente questo è uno degli aspetti più importanti. Poi, come appunto lo abbiamo accennato prima, gli altri aspetti che socialmente sono necessari e sono anche l’attenzione alle persone e un controllo maniacale alla razionalizzazione dei processi legati più a un raggiungimento di obiettivi.
Io credo che in Italia abbiamo tantissime risorse e dobbiamo valorizzarle. Per valorizzarle dobbiamo eccellere, per eccellere dobbiamo fare ricerca e sperimentazione e non sempre questo sembra un risparmio, ma poi in realtà lo è.
Quindi tu dici, nel lungo periodo fare questa razionalizzazione dei processi porta ad un innalzamento della qualità e a un graduale abbassamento di tutto quello che è il comparto costi.
Sicuramente sì. Prima Paola parlava della certificazione economica; abbiamo aggiunto certi macchinari e oltre a tutte le belle cose, quindi al rispetto della persona, eccetera, poi di contro questo si traduce in una maggiore produttività e questo consente di razionalizzare il processo. Quindi tu riesci a soddisfare tutte i punti necessari, ovvero il welfare, perché la persona non è più oggetto a determinati patologie che prima aveva, l’aspetto sanitario, perché la biancheria gli arriva tramite dei nastri, viene singolarizzata e non viene più toccata da altre persone come prima succedeva cadendo nei carrelli, prendendola carrelli, eccetera, e poi, ovviamente, facendo movimenti più leggeri tendono a produrre di più, ma è fisiologico.

Beh, posso dire che questi ragazzi hanno risposto a tutte le domande che io mi pongo come albergatore e credo che tutti noi ci poniamo. Ma la cosa che più mi ha colpito di questo momento di condivisione è stato notare veramente l'enorme livello di attenzione che pongono in tutti i loro processi produttivi che, come abbiamo visto, non partono solo dalla digitalizzazione della del processo, ma proprio dell'attenzione che hanno verso il loro personale. Abbiamo toccato anche un tasto sempre dolente. Come facciamo a trovare il personale? Mi sento di dire che in questa azienda il personale sta bene perché è al centro delle loro attenzioni.
Sì Marco, e in effetti devo dirti che la nostra azienda, fondata nel 1921 e arrivata ormai alla terza generazione, se è riuscita a crescere sempre e ad andare avanti è proprio perché in tutti questi aspetti di cui abbiamo parlato, noi ci crediamo, ci crediamo veramente. Per questo addirittura ci farebbe piacere ricevere chiunque volesse venire a visitare la nostra azienda. Noi abbiamo sempre le porte aperte perché comunque può far parte dell’esperienza dell’albergatore poter verificare come viene prodotta, come viene elaborata la biancheria che poi giornalmente arriva presso le vostre strutture.