11 Dic Formazione Hospitality intervista Tina Lorusso
Formazione in Hospitality
Il ruolo della formazione nello scenario attuale del mondo dell'hospitality con un metodo innovativo ed efficace.
Formazione oggi. Per affrontare questo delicatissimo tema, abbiamo deciso di parlare a fare questa simpatica chiacchierata con Tina Lorusso, direttrice di Metrica, importante azienda toscana che si occupa della formazione di risorse umane.

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Ascolta l’intervista con Tina Lorusso
Tina raccontaci un po' cosa stai facendo di preciso per noi albergatori, e noi gestori di strutture.
Allora intanto ti ringrazio Marco per questa opportunità. Metrica è un’agenzia formativa che ha sede a Siena e opera in tutto il territorio regionale.inoltre socia di Fondazione TAB (Turismo, arte e beni culturali) che si occupa proprio di turismo, quindi in formazione terziaria molto specifica per il settore legato all’ hospitality management.
Metrica da diversi anni progetta percorsi di formazione molto calati nel contesto legato all’ospitalità. Alcuni dei percorsi sono stati delle sperimentazioni che ci stanno dando molte soddisfazioni come ad esempio un percorso ITS in apprendistato di alta formazione e ricerca dove, grazie al rapporto con le imprese, pur essendo stato avviato nel periodo del pieno covid, venti ragazzi sono stati assunti dalle imprese e dalle strutture alberghiere ricettive di tutta la Toscana prima di cominciare un percorso di formazione.
Il nostro lavoro è stato costruire ad hoc personale specializzato che a monte del percorso sapeva già in quale impresa avrebbe poi lavorato alcuni mesi dopo. Quindi, diciamo personalizzare la formazione, coinvolgere le imprese in prima battuta, all’interno dei percorsi di formazione. Questo ci aiuta a confezionare i percorsi che non sono sganciati poi dalla pratica, ma che sono assolutamente indirizzati verso l’ operatività.
E io questo l’ho potuto constatare perché ho avuto modo di partecipare in qualità di docente e confermo che sono riusciti a formare e “consegnare” alle strutture del personale ben formato e pronto all'uso se così si può dire. Ora raccontaci un po' quali sono le difficoltà che hai incontrato negli ultimi due anni, se ci sono stare.
Intanto la difficoltà in questo momento nell’ambito della formazione, soprattutto quella legata al turismo, è quella di ingaggiare del personale disponibile poi a lavorare in questo settore. Come lo possiamo fare? Lo possiamo fare se dimostriamo che il settore dell’ospitalità in tutte le sue sfaccettature, da anche a ragazzi che hanno fatto percorsi di laurea sul turismo ad applicare le loro conoscenze in maniera molto pratica, molto spendibile anche in un’ottica manageriale.
Quindi il limite finora della formazione era che sembrava fosse distante poi dal mondo del lavoro. Invece il nostro obiettivo è quello che stiamo cercando di perseguire in questi anni è proprio di far sì che sia un continuo, un tutt’uno. Quindi l’aula non è la teoria e lo stage la pratica, ma già dall’aula hanno la possibilità di praticare gli strumenti che poi troveranno nelle strutture nelle quali vanno a lavorare. Quindi avere disponibilità durante l’aula dei software di prenotazione, piuttosto che capire come funzionano i canali di distribuzione online, tutto il reparto housekeeping già quando sono in aula, andando a visitare le strutture o praticando quella strumentazione e quei gestionali che poi ritrovano in azienda.
Quindi, come dicevi tu, pronti all’uso, nel senso che il blocco di partenza non avviene dal momento in cui il ragazzo mette il piede in azienda, ma avviene già diversi mesi prima. Se ciascun ragazzo conosce a monte in quale struttura andrà ad operare, di che dimensioni e in quale contesto si trova, sarà preparato per che tipo di cliente avrà, in che territorio si trova. Quindi immaginiamo la classica lezione di conoscenza del territorio, se il ragazzo sa che andrà ad operare in una zona del Chianti, ovviamente avrà l’opportunità in aula di approfondire tutti i contenuti di contesto di quel territorio.
Quando il matching è stato fatto prima, i ragazzi arrivano davvero nelle aziende molto più consapevoli di quelle che saranno le mansioni, di quello che saranno i gestionali che utilizzerà e quindi l’azienda si avvantaggia di tutta quella parte che molto spesso gli porta via quasi metà della stagione, prima di trovare l’apprendista pronto per essere indipendente nel suo ruolo e delle sue mansioni.
E su questo mi faccio un pò portavoce dei colleghi albergatori che hanno avuto problemi, nell'ultimo anno, a reperire personale idoneamente formato. Devo dire che con questo modello che utilizza matrica ce l'abbiamo fatta. Abbiamo trovato personale, ce lo siamo formati e l'abbiamo avuto idoneamente formato. Puoi dirci qualcosa anche sul F&B? Cosa prevedete per la ristorazione?
Sì, se n’è parlato più volte da sempre un po’ nell’opinione pubblica lavorare all’interno della ristorazione, fare il cameriere, lavorare in sala, è stato in qualche modo considerato soprattutto da target giovanile, come un lavoro per riempire un buco nella preparazione universitaria durante la stagione, eccetera. Quando si toccano questi temi, invece, all’interno di un percorso di formazione si dà molta più nobiltà a questo settore perché l’F&B viene raccontato come uno di quei reparti che nelle aziende ricettive fa molto spesso il Pil, molto più di altri altri. C’è quindi tutto un percorso di crescita professionale che può portare un ragazzo formato a fare anche carriera all’interno di una struttura che prevede anche la parte legata alla ristorazione, e in Toscana il binomio è quasi imprescindibile.
Quando si parla di ricettività, ovviamente molto spesso le strutture hanno il loro ristorante, con le loro eccellenze e quindi altrettanto il servizio deve essere un servizio consapevole e preparato sia dal punto di vista della lingua, quindi poter raccontare i prodotti all’ospite, sia dal punto di vista delle competenze tecniche che richiede un lavoro di sala.
Noi abbiamo avuto alcuni ragazzi che in prima battuta volevano lavorare tutti al front office delle strutture e quindi facevano più fatica ad accettare anche delle attività, diciamo formative che prevedessero poi uno stage, un periodo di apprendistato in sala. Al secondo anno, dopo aver affrontato con degli esperti del settore tutte le tematiche che riguardano L’F&B sono stati loro a chiederci di essere spostati nell’altro reparto perché hanno capito come potesse diventare davvero stimolante, motivante se effettuato con una consapevolezza che la formazione li ha in qualche modo garantito.
Quindi hanno fatto un’esperienza molto interessante in sala, che probabilmente in alcuni casi era più corrispondente anche alla tipologia dello studente o del lavoratore che ha fatto prima un percorso di formazione.
La formazione serve anche per avvicinare quelle persone che vedono il lavorare nell’ambito turistico come complicato, difficile da conciliare con le esigenze familiari, ma con una visione diversa; non come il lavoro da fare quando gli altri sono in vacanza, ma con un lavoro che ti può dare una professionalità e una crescita, forse più di lavori di tipo impiegatizio che in qualche modo possono rimanere, diciamo stabili e ripetitivi per tutta la vita.
La formazione, può servire in questo momento a dare una nuova chiave di lettura di alcune professioni legate all’hospitality. Si pensi al discorso, per esempio, legato all’ housekeeping, termine che forse non tutti conoscono e molti di questi studenti forse lo apprendono per la prima volta quando sono in aula.
Rigovernare le camere, seguire tutto quel reparto lì è un lavoro che man mano che le strutture diventano più importanti diventa uno dei reparti chiave di tutta la struttura. Tutto quello che riguarda la gestione della struttura deve essere raccontata in tutte le sue sfaccettature, dimostrando che ogni reparto ha una sua specificità e ciascuno dei partecipanti al corso può trovare, a seconda del proprio carattere, della propria indole, la propria formazione professionale quello che può essere il reparto più congeniale e alcuni di questi settori sono pressoché sconosciuti a chi cerca lavoro.
Abbiamo un mismatch tra chi cerca lavoro, ma non sa nemmeno quali potrebbero essere gli ambiti in cui le sue caratteristiche formative peculiari potrebbero essere appagate in qualche modo, professionalmente, economicamente e anche nell’interazione con il pubblico.
Molto spesso si pensa che lavorare al turismo, sia solo il front office, invece c’è tutto un back che molto spesso richiede davvero delle competenze importanti e notevoli. Ora ti chiedo di spiegarci meglio questo passaggio: se io ho bisogno di due risorse all’housekeeping. al front office o in sala la tua formazione come mi può aiutare?

Metrica da anni ha lavorato sostanzialmente su attività finanziata dalla Regione Toscana. Quindi percorsi dedicati a disoccupati, e in previsione dall’inizio del 2023 l’avvio di una serie di cataloghi formativi molto specifici, uno dei quali proprio dedicato al turismo, che verrà gestito in partenariato con altri colleghi di altre agenzie formative finanziato con fondi del Pnr per fare un reskilling di lavoratori disoccupati o di lavoratori che finora percepivano il reddito di cittadinanza o persone in Naspi, proprio per ri-tarare la propria formazione in ambito turistico culturale, legato anche all’fbi, quindi il pizzaiolo, il cameriere, il gestore degli affitti brevi, il portiere di notte, la reception, in modo tale che attraverso 300 ore di percorso di formazione possano essere formati in aula e in aziende e pronti per essere immessi nel mercato del lavoro con degli strumenti che possono essere messi a disposizione delle aziende che poi dovessero decidere di assumerli.
Quindi, diciamo, è in previsione tutta una nuova partenza di percorsi di re-skilling per chi è disoccupato e vuole cercare lavoro. Poi c’è tutto il filone della formazione terziaria del mondo delle academy degli ITS ancora poco conosciuto, che ha un livello di placement quasi del novanta percento, se non più alta. Come dicevo prima, in alcuni percorsi i ragazzi erano tutti assunti, quindi il cento percento prima che iniziasse il corso. Quindi una delle opportunità, forse una delle poche in Italia che ha costruito questo modello.
Il settore ricettivo è uno di quei settori dove se si cerca lavoro le opportunità non mancano. Bisogna però raccontare cosa c’è dietro questo lavoro e le imprese e gli imprenditori che vengono in aula per prima cosa raccontano com’è il loro percorso, il loro vissuto e questo molto spesso crea empatia verso i ragazzi.
Non c’ è una formazione. da cattedra ad alunno, ma si entra molto spesso in empatia, si racconta qual è stato il proprio percorso, anche di crescita. Quindi i ragazzi vedono di fronte a loro un formatore che può essere una proiezione di quello che potrebbero riuscire a fare con un po’ di anni di esperienza. Questo li avvicina a quel settore e li fa trovare pronti perché quando poi iniziano a lavorare conoscono molti dei docenti che diventano per loro figure di riferimento del territorio. Molto spesso all’interno del circuito della ricettività si va per strade parallele che poi si incontrano in qualche modo.
Beh, indubbiamente è bellissimo. È capitato anche a me di avere dei ragazzi che oggi lavorano con me e che ho avuto la fortuna di formare. Questa forma di rapporto è bellissima. Ora però la domanda è un po' più complicata, Tina. E se io ti chiedo, riesci a trovare risorse da consegnare al corpo docenti per formarle?
La Regione sta cercando proprio di rafforzare questa parte, che non è tanto poi quella della formazione, perché gli strumenti li abbiamo affinati, quella proprio dell’ engagement proprio di contattare le persone che molto spesso nemmeno cercano lavoro. Quindi i centri per l’impiego saranno in una nuova prospettiva i promotori dell’individuazione di tutte le persone che risultano disoccupate o che cercano lavoro alle quali sarà fatto un percorso di orientamento specifico per capire qual è la propria propensione a lavorare, in quale settore e che ci consegneranno per poi metterle in aula e formarli.
Quindi sicuramente è il nodo cruciale di tutta questa filiera. Bisogna partire già dalle scuole superiori, dallo spiegare anche alle famiglie che alternativamente alle università c’è una formazione terziaria molto importante, molto più rapida, e che le si avvicina i propri figli in maniera più repentina al mondo del lavoro e che non è ancora conosciuta.
Il modello tedesco in Italia ancora non è conosciuto. Lì la scuola e le imprese vanno a braccetto da sempre. Quindi è un po’, un continuare un percorso che nasce con le superiori e poi continua con le con la formazione, diciamo in abbinamento con la presenza delle aziende. Si, bisogna lavorare moltissimo sul far conoscere le opportunità che i settori hanno, perché molto spesso ci si ferma a guardare la punta dell’iceberg ma c’è sotto tutta una serie di sfaccettature che potrebbero incontrare i desiderata anche di molte persone che non conoscono assolutamente quello che c’è dietro il settore del turismo e della ricettività e che quindi non fanno quel passo, non vanno a incontrare quella offerta.
Questo progetto che ha fatto la regione è grande, mi pare di capire.
Eh sì, ora ovviamente i progetti sono stati presentati dalle agenzie formative in ottobre. Speriamo nei prossimi mesi di poter vedere operative, tutte le proposte che noi abbiamo fatto con questi cataloghi proposte costruite proprio verificando l’analisi dei fabbisogni delle imprese, perché altrimenti progettare diventa un esercizio di stile della formazione per dimostrare di aver letto grandi libroni, mentre poi queste persone hanno proprio carenza di informazioni pratiche.
Quindi questi percorsi che abbiamo costruito in partenariato con altri colleghi, nascono da questa analisi dei fabbisogni che abbiamo fatto con le imprese del territorio, imprese del territorio con le quali abbiamo stretto un legame importante negli ultimi anni e sono i nostri interlocutori privilegiati nel caso in cui dobbiamo sistemare dei ragazzi in stage, oppure dobbiamo coinvolgerli per attività formative o per proporre delle forme di apprendistato.
Beh, indubbiamente il progetto che ci ha raccontato Tina è di una bellezza unica in un momento come può essere il nostro Veniamo tutti da momenti in cui non riuscivamo proprio ad avere soddisfazione a livello di risorse umane. Questo progetto di cui ci hai parlato ci rende fiduciosi nel poter arrivare a questo serbatoio di risorse umane così importante, perché mai come ora ne abbiamo bisogno, sia per motivi che ci hai elencato, sia in ottica di ripartenza con dei segnali che ci lasciano ben sperare. Io credo che Tina abbia risolto tanti dubbi che potevamo avere. Comunque rimane a nostra disposizione l'agenzia Metrica, qui a Siena in via Massetana, è a completa disposizione di chiunque abbia bisogno di informazioni e mi voglio permettere di dire, anche se abbiamo necessità di personale, di poterci raffrontare con te. Quindi grazie per tutto quello che ci hai spiegato. In più dico a livello personale posso constatare che ti si legge in faccia l'amore e la passione per questa professione. Ciao a tutti e a presto!
Ringrazio te perché poi questa passione è venuta proprio chiacchierando con voi, con te, con i tuoi colleghi che via via sono transitati qui a Metrica in questi questi anni e abbiamo fatto un po’ nostro questo fabbisogno che c’è nel settore e abbiamo cercato di non disperdere le frecce a nostra disposizione, cercando proprio di valorizzarle, di mettere a segno nel miglior modo possibile.
Quindi grazie a te, Marco.
